Un’opportunità che non possiamo perdere
Ora che la Conferenza ha iniziato i suoi lavori abbiamo un quadro chiaro e concreto di questo processo, e quindi di quali devono essere la nostra strategia e il nostro approccio necessari per perseguire il nostro obiettivo.
Ci sono anche novità importanti e inaspettate, specie sul piano degli strumenti a disposizione – ossia la piattaforma.
La valutazione che possiamo fare a questo punto della Conferenza è che si tratta di un’occasione che non possiamo permetterci di trascurare, e soprattutto che non possiamo permetterci di perdere.
E’ un’opportunità reale e anche un grande esperimento democratico. Un fallimento – ovvero un risultato deludente in termini soprattutto di partecipazione – inficerebbe la possibilità di innescare le riforme cruciali per la nascita dell’unione economica e politica federale.
Cos’è la Conferenza? Qual è il suo significato politico?
L’UE non può fare a meno di ripensare alcune sue caratteristiche e impostazioni in questa fase:
- cosa funziona e cosa non funziona nel suo sistema;
- quali politiche intende fare nei prossimi decenni;
- come vuole garantire la propria sicurezza e la propria prosperità (declinando quest’ultima domanda in termini di “necessità di sviluppare una propria autonomia strategica in alcuni settori – economici o politici – chiave”)
Perché non può evitare di affrontare questo momento di ripensamento?
- a causa dell’impatto economico e sociale, ma anche geopolitico, globale degli effetti della crisi provocata dalla pandemia (un quadro internazionale che si va ridisegnando);
- perché la scelta compiuta di fare debito europeo comune costringe a trovare modalità per ripagarlo che non gravino sui bilanci nazionali;
- perché il modello adottato con/per l’UEM (Patto di stabilità) non solo non è assolutamente più sostenibile, ma neppure difendibile – l’UEM va governata con nuovi strumenti;
- perché l’UE agisce con troppa fatica e con troppe lentezze: il metodo intergovernativo spesso paralizza l’UE; e dove non lo paralizza rende difficile trovare un accordo, spesso costringendo a soluzioni di compromesso insufficienti, e lunghissimi i tempi di messa in opera delle decisioni; c’è confusione nelle competenze e nelle prerogative delle diverse istituzioni
La Conferenza è dunque il detonatore di questo processo di cambiamento:
- sostiene , dandogli forza e consenso, il processo che in parallelo il PE sta mettendo in campo con l’elaborazione di rapporti con proposte di riforma;
- tenta un esperimento di democrazia sovranazionale forte, che serve a dimostrare la maturità raggiunta dal processo europeo, come premessa per affrontare un approfondimento politico dell’integrazione.
La Conferenza è dunque un’opportunità e una scommessa
L’opportunità è reale
il Parlamento Europeo, con Verhofstadt e nelle parole di Sassoli, si è battuto per garantire che gli esiti della Conferenza non precludano la possibilità della riforma dei trattati SE QUESTA RICHIESTA EMERGERA’ DALLE PROPOSTE DEI CITTADINI.
In questo senso il processo che si sviluppa con la Conferenza può effettivamente portare l’UE al salto federale.
Ricordiamo che la Conferenza non è un organo con potere di decisione.
Il risultato che noi auspichiamo possa conseguire non è già una riforma dei Trattati, ma una Dichiarazione finale netta e determinata che crei le condizioni per aprire il cantiere della revisione dei Trattati, avendo il supporto di un dibattito ampio e democratico che lo reclama e avendo creato le condizioni per lo sviluppo di un fronte trasversale di forze convergenti sull’obiettivo nel PE, nei parlamenti nazionali di molti paesi membri, nella vita politica di molti paesi membri, in alcuni governi.
La scommessa è al tempo stesso difficile
se il numero dei cittadini coinvolti sarà insignificante, sarà una dimostrazione che uno spazio pubblico europeo, così come la partecipazione alla costruzione del futuro dell’Europa, non riesce ad interessare i cittadini – e (soprattutto) neppure i corpi intermedi che avrebbero dovuto fare da tramite verso i cittadini per costruire la loro partecipazione nel processo.
Questo darebbe fiato ai difensori dell’Europa intergovernativa e molto probabilmente chiuderebbe per un tempo indefinito la possibilità di riformare i Trattati.
Come lavorerà la Conferenza?
La Conferenza sul Futuro dell’Europa è costituita da due organi (i) la Plenaria, che riceve le proposte dei cittadini mediante la piattaforma futureu.europa.eu e (ii) i Panel europei dei cittadini.
La plenaria
L’organo centrale della Conferenza è la Plenaria.
Sarà composta da 108 MEPs, 108 MPs, 108 rappresentanti dei cittadini (80 dai panel, il presidente dello European Youth Forum e 27 rappresentanti nazionali), più 18 rappresentanti el Comitato economico e sociale, 18 del Comitato delle Regioni, 8 dei partner sociali e 8 della società civile.
La Plenaria discute le raccomandazioni che arrivano dai panel nazionali ed europei dei cittadini e dalla piattaforma digitale; e formula conclusioni che il Board deve elaborare confrontandosi con i membri della plenaria.
I panel europei dei cittadini
L’altro organo sono i panel europei dei cittadini, che discutono ciascuno di uno dei temi identificati dalla Dichiarazione comune e che sono al centro della piattaforma, raccogliendo anche in questo caso gli input che vengono dalla piattaforma. Arrivano a formulare delle conclusioni che riportano alla Plenaria.
Sarà importantissimo cercare di influire sul loro dibattito.
La piattaforma
La piattaforma multilingue futureu.europa.eu è stata predisposta dalla Commissione Europea per raccogliere le proposte politiche dei cittadini europei che emergono da eventi di dibattito.
Le proposte della piattaforma verranno prese in esame dalla Plenaria.
Quale spazio avranno i cittadini e le forze che vogliono alimentare il dibattito sul futuro dell’Europa?
La plenaria
Il nostro obiettivo è esercitare la maggiore pressione possibile sulla Plenaria della Conferenza sul futuro dell’Europa
L’Unione dei Federalisti Europei ha fatto domanda di essere una delle 8 organizzazioni della società civile con un proprio rappresentante nella plenarie.
L’altra modalità che abbiamo – e che useremo – per cercare di esercitare la nostra influenza sulla Plenaria è attraverso i contatti politici con i parlamentari della Plenaria, con i rappresentanti del Comitato economico e sociale e il Comitato delle regioni, i partner sociali e gli altri rappresentanti della società civile. Questo è un lavoro che si sviluppa a partire dal livello europeo attraverso l’UEF e il Gruppo Spinelli.
In parallelo a livello nazionale resta centrale il lavoro con il Parlamento nazionale – e in particolare lo sviluppo dell’Intergruppo – anche per esercitare una qualche forma di intervento sul governo italiano.
I panel europei dei cittadini
Sarà importantissimo cercare di influire sul loro dibattito.
Però a quanto risulta i cittadini che prendono parte ai panel nazionali ed europei sono scelti per estrazione a sorte, quindi sarà molto difficile
La piattaforma
L’unico modo certo che abbiamo, dal basso, per partecipare alla formazione di proposte che arrivino alla Plenaria è attraverso la piattaforma.
Per tal ragione il MFE ha attivato un proprio account sulla piattaforma per presentare proposte ed eventi di dibattito.
La piattaforma: il cuore della Conferenza intesa come opportunità e scommessa
La piattaforma misurerà il grado di mobilitazione della società attorno alla Conferenza.
L’opportunità che offre è evidente: se si riescono a far emergere nel dibattito i propri temi, questi acquistano visibilità e arrivano fino alla Plenaria e alle dichiarazioni conclusive della Conferenza, incluse quelle che richiedono l’apertura della riforma dei Trattati.
La scommessa è pure evidente: l’informazione nasconde ai cittadini il fatto che sia in corso un processo così innovativo e potenzialmente capace di portare al cambiamento in Europa. L’attivazione dei singoli cittadini sarà quindi molto limitata. Per partiti, associazioni, persino enti locali, il passaggio sulla piattaforma non è scontato, e rischia di non essere fatto. Questo potrebbe comportare che i numeri delle persone attive sulla piattaforma restino troppo bassi.
Noi dobbiamo darci quindi un duplice obiettivo:
- lavorare attorno alle nostre proposte in modo da valorizzarle, sostenerle, farle circolare;
- portare le altre realtà sulla piattaforma, convincendole dell’importanza della Conferenza e della partecipazione democratica a questo.