Introduzione

Lโ€™Ufficio del Dibattito del MFE ha organizzato un evento per approfondire le varie tematiche legate alla Transizione Digitale, alle sfide e alle trasformazioni che comporta in tutti i settori della vita politica, economica e sociale. Verranno affrontate le problematiche relative alla competizione globale sul piano politico e geostrategico, a seguito del controllo dei Big Data, della questione della leadership e dellโ€™autonomia strategica nello sviluppo tecnologico. Inoltre, si analizzeranno gli effetti sullโ€™organizzazione del mercato del lavoro, sulla riqualificazione delle aree urbane e sul nuovo modello di sviluppo necessario per lโ€™intero territorio. Il filo conduttore di tutta la riflessione รจ stato il ruolo dell’Unione Europea come livello di governo indispensabile per poter affrontare queste sfide e questi passaggi politici, economici e sociali, creando efficacemente le condizioni per una societร  piรน equa.

Si affiancherร  cosรฌ, allโ€™approfondimento dei singoli temi, ๐ฅ๐š ๐ซ๐ข๐Ÿ๐ฅ๐ž๐ฌ๐ฌ๐ข๐จ๐ง๐ž ๐ญ๐ซ๐š๐ฌ๐ฏ๐ž๐ซ๐ฌ๐š๐ฅ๐ž ๐ž ๐ข๐ฅ ๐œ๐จ๐ง๐Ÿ๐ซ๐จ๐ง๐ญ๐จ ๐ฌ๐ฎ๐ฅ๐ฅ๐ž ๐ซ๐ข๐Ÿ๐จ๐ซ๐ฆ๐ž ๐๐ž๐ข ๐“๐ซ๐š๐ญ๐ญ๐š๐ญ๐ข.

Queste ultime sono indispensabili sia per dotare lโ€™Unione europea delle competenze, dei poteri e delle risorse necessari, sia per rinnovare i suoi meccanismi decisionali. Il fine ultimo รจ rendere lโ€™azione di governo (a livello europeo) efficace e al tempo stesso legittimata dal controllo democratico dei cittadini europei. Per gli organizzatori dellโ€™evento, lโ€™obiettivo รจ quello di riflettere sulla necessitร  di far nascere una Unione Europea realmente sovrana, democratica e federale, in grado anche di concertare e presentare proposte forti a livello globale. Nella consapevolezza che la transizione digitale รจ una frontiera inesplorata, le problematiche emergenti necessitano di regole comuni europee e globali, che potranno essere attuate solo con strutture statuali europee e con istituzioni internazionali rinnovate.

Sono intervenuti:

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Relazione

CONTESTO, FINALITAโ€™, OGGETTO E STRUTTURA/METODOLOGIA DELLโ€™EVENTO. Si tratta dellโ€™incontro che il Movimento federalista europeo organizza piรน volte lโ€™anno per discutere i fenomeni piรน interessanti della nostra societร , con particolare attenzione a quelli che influenzano il processo di integrazione europea. Questi incontri sono pubblicizzati sui canali social e sul sito del Movimento e sono aperti a tutti gli interessati. In questo ultimo incontro sono stati discussi gli impatti della transizione digitale sullโ€™economia, la societร  e la politica in Europa. Gli incontri sono strutturati in due sessioni con relazioni di esperti provenienti dal mondo accademico, dellโ€™informazione e professionale; dopo ogni sezione viene assegnato un ampio spazio agli interventi dei partecipanti, seguito dalla conclusioni del presidente della sessione.

NUMERO E TIPO DI PARTECIPANTI PRESENTI. Lโ€™incontro si รจ svolto in presenza a Firenze con la partecipazione di 12 persone, mentre altre 40 si sono collegate via Zoom. I partecipanti erano ben distribuiti per attivitร  lavorativa ed etร  con la presenza di 19 donne.

PRINCIPALI MATERIE OGGETTO DI DISCUSSIONE DURANTE IL WEBINAR E SIT-IN. Le relazioni hanno offerto unโ€™ampia analisi degli impatti con cui la transizione digitale sta trasformando tutti gli aspetti della societร : le attivitร  produttive, i rapporti sociali, gli assetti politici e istituzionali, gli equilibri internazionali, oltre agli aspetti sia pratici che ideali della vita delle persone. La prima relazione ha affrontato il tema dei big data. Dopo una breve descrizione della tecnologia e dopo aver accennato agli impatti potenziali sulla privacy e sulla libertร  dei cittadini, รจ stato fatto notare come i big-data, ma anche altre tecnologie digitali, coinvolgendo una base di utenti molto ampia, stia portando al dominio di poche grandi multinazionali con base negli USA e in Cina, mettendo a rischio anche le istituzioni democratiche e la sovranitร  degli altri Stati. Mentre, per reazione, si stanno diffondendo pratiche protezionistiche, lโ€™UE sta cercando di reagire con regolamenti che proteggano le industrie e i cittadini, facendo forza sul peso delle sue relazioni economiche nel mercato globale. I temi della sovranitร  e della democrazia nellโ€™era del digitale รจ stato al centro anche della seconda relazione. Se nella sua dimensione antica la democrazia mette in rilievo lโ€™uguaglianza dei cittadini nella partecipazione alla vita politica, in quella moderna essa รจ essenzialmente rappresentativa attraverso meccanismi di selezione dei dirigenti politici e altre organizzazioni di collegamento tra i cittadini e le istituzioni. Si viene cosรฌ a creare una distinzione tra governanti e governati che rende necessario il consenso. Lโ€™identificazione tra governanti e governati non รจ perรฒ scomparsa come esigenza ed รจ tornata a manifestarsi con i regimi plebiscitari e totalitari del โ€˜900 e, di recente, con i movimenti populisti e la contrapposizione alle รฉlite. Questi movimenti hanno avuto successo anche grazie ai moderni strumenti di comunicazione. Eโ€™ emersa infatti lโ€™idea che attraverso la tecnologia digitale si possa essere cittadini in modo diretto e continuativo, trasformando la natura dei partiti che non devono piรน avere un progetto politico ma devono sondare e assecondare le opinioni dei cittadini, organizzandosi attorno ad una persona che si identifichi con essi. La tecnologia digitale pone anche altri rischi alla democrazia, creando nuove possibilitร  di manipolazione dellโ€™opinione pubblica e accentrando il potere in poche aziende globalizzate in grado di concentrare lโ€™informazione (capitalismo della sorveglianza, governo tecnocratico). La societร  digitale resta perรฒ lโ€™orizzonte con cui dobbiamo confrontarci, operando perchรฉ il digitale sia utilizzato per migliorare le istituzioni democratiche, favorendo il loro collegamento con i cittadini, ma lasciando alle prime il compito della sintesi. Inoltre alla politica e al diritto deve essere lasciato il compito di regolamentare lโ€™utilizzo degli strumenti digitali ricordando che la libertร  di pensiero รจ importante quanto la privacy. Una relazione si รจ occupata dellโ€™impatto del digitale sul modo di lavorare della diplomazia e delle organizzazioni governative di cooperazione. Lโ€™utilizzo dei social e in particolare di Twitter da parte degli uomini di governo si sta sostituendo spesso ai canali di comunicazione istituzionali. I diplomatici si trovano cosรฌ a dover rispondere in tempo reale alle sollecitazioni e agli avvenimenti che riguardano la politica internazionale. Inoltre i governi fanno sempre piรน affidamento ai social per le loro campagne di informazione, col rischio di manipolazioni che si fanno sempre piรน sofisticate. La relazione successiva รจ iniziata mettendo in guardia da alcuni miti da sfatare: lโ€™intelligenza-artificiale riduce il costo delle predizioni e delle classificazioni ma non รจ vera intelligenza; i robot hanno ancora una diffusione limitata; i problemi del mercato del lavoro non sono tanto quelli della sostituzione quanto quelli dellโ€™inclusivitร  e della disuguaglianza; la concentrazione in economia non รจ un fenomeno nuovo, mentre inedito รจ il ruolo di internet per la dimensione dellโ€™infrastruttura di connettivitร  e di interazione. Le questioni centrali riguardano invece la portata strategica delle nuove tecnologie in riferimento alle infrastrutture che consentono di produrle. Il tema รจ quindi simile a quelli, piรน tradizionali in politica estera, dellโ€™accesso alle risorse energetiche o della produzione di beni essenziali, che si affrontano con provvedimenti antitrust e di politica commerciale e industriale. Si รจ poi passati ad affrontare il tema delle smart-city, cioรจ il dibatto che si sta sviluppando intorno allo sviluppo delle strategie, e alle relative criticitร , che potranno consentire ai territori e alle cittร  di diventare โ€œsmartโ€, in considerazione della normativa europea e in funzione del Next Generation EU e del PNRR italiano. La consapevolezza che le tecnologie digitali saranno essenziali nella risoluzione delle problematiche che affliggono sia i territori che i contesti urbani si sta diffondendo con grande rapiditร  in Europa sia a livello istituzionale che nel mondo della ricerca, nellโ€™industria e in molte altre organizzazioni. Il piano โ€œObiettivi digitali 2030โ€ della Commissione europea si sviluppa intorno a quattro punti cardinali: competenze digitali di base; governo (servizi pubblici fondamentali, sanitร , identitร ); infrastrutture (connettivitร , semiconduttori, cloud, edge, computer quantistici); imprese (tecnologia di base, innovatori, innovatori tardivi). Due relazioni sono state poi dedicate al mondo del lavoro. Intelligenza-artificiale, big-data e internet-delle-cose stanno rivoluzionando il mondo dei beni e dei servizi. Oggi tutto (acquisti, vacanze, scuola, meeting) passa da piattaforme digitali gestite da poche aziende che sono diventate gli unici intermediari tra produttori e consumatori. Queste aziende godono di un doppio vantaggio grazie allโ€™effetto-rete (il valore di una piattaforma dipende dal numero di utenti) e allโ€™effetto lock-in (una volta entrati in una piattaforma non si puรฒ piรน uscirne). Conseguenze negative sono la riduzione dei diritti dei consumatori, la compressione dei salari, la โ€œuberizzazioneโ€ del lavoro, lโ€™elusione fiscale che riduce le risorse da dedicare al welfare. Nel campo dellโ€™organizzazione del lavoro stiamo assistendo alla polarizzazione dei ruoli tra professioni di alto livello e lavori precari e allโ€™esternalizzazione di funzioni verso societร  specializzate. Si stanno diffondendo pratiche come il tele-migration e lโ€™human-cloud (nei call-center ma anche nellโ€™ingegneria, nella produzione software, nei lavori legali); lโ€™uso dei robot sta relegando il lavoro umano in un ruolo subalterno e si sta estendendo al lavoro intellettuale (white-collar-robots che distribuiscono compiti o rispondono alle richieste dei clienti). Le conseguenze per il mercato del lavoro sono contraddittorie: se da una parte si รจ espansa la GIG-Economy, dallโ€™altra si รจ creato spazio per nuovi servizi Knowledge-intensive. Come giร  successo per la prima rivoluzione industriale, la societร  sta facendo fatica ad adattarsi a queste nuove realtร : con la rivoluzione digitale, non possiamo piรน limitare lโ€™analisi a capitale e lavoro, ma dobbiamo includere anche chi controlla lโ€™informazione. La seconda relazione si รจ occupata dellโ€™Industria 4.0. Se da un lato questa nuova tecnologia promette di espandere enormemente le possibilitร  di crescita economica grazie agli incrementi di produttivitร  e delle possibilitร  produttive, dallโ€™altro sono alti i rischi di perdite sociali: intere categorie di professioni scompariranno, mentre con il superamento del sistema gerarchico delle aziende molti impieghi middle-skilled vengono sostituiti da freelance. Eโ€™ quindi necessario investire nelle nuove professionalitร  che si stanno creando e che richiedono un forte contributo della creativitร  umana. Una relazione si รจ infine concentrata sulle sfide che la tecnologia digitale pone allโ€™Europa nei confronti del resto del mondo. Lo sviluppo del digitale รจ infatti la questione fondamentale sulla quale lโ€™Europa gioca il proprio ruolo su temi quali il rapporto tra sicurezza e privacy, la concorrenza sia interna che internazionale delle imprese (regolazione e tassazione delle multinazionali), la disuguaglianze sia tra cittadini che tra aree geografiche. Le istituzioni e i governi europei si sono quindi posti il problema della sovranitร  digitale europea. Eโ€™ noto infatti che mentre รจ previsto un aumento esponenziale dellโ€™economia digitale nellโ€™UE, le reti telematiche e lโ€™immagazzinamento dei dati fanno capo agli USA, mentre tutte le grandi aziende del settore sono americane o cinesi. Le istituzioni europee, oltre a cercare di colmare questo divario con il piano Next Genetion EU e una narrativa che punta sullโ€™autonomia/sovranitร  digitale, sta tentando anche una terza via tra USA e Cina con la regolamentazione del mercato digitale e delle attivitร  delle imprese del settore, lโ€™introduzione di nuovi modelli di uso del digitale nelle istituzioni politiche che siano un modello per lo sviluppo della democrazia nel mondo (sussidiarietร , partecipazione dei cittadini), lo sviluppo di unโ€™intelligenza-artificiale a misura dโ€™uomo, la sostenibilitร  sociale e ambientale dellโ€™economia. RIEPILOGO SCRITTO_ Gli interventi che hanno fatto seguito alle relazioni hanno preso spunto dagli argomenti trattati per affrontare gli aspetti piรน prettamente politici, soprattutto in riferimento alle prospettive del processo di integrazione europea e alle possibilitร  di azione per i federalisti europei. Eโ€™ stato osservato che per sostenere una competizione con il resto del mondo che, oltre al primato economico, sta mettendo in discussione i valori europei, รจ necessario che lโ€™Europa si doti di una dimensione politica, per passare da soggetto passivo che puรฒ al massimo mediare e stabilire regolamenti a soggetto attivo di decisioni politiche. Eโ€™ stato poi fatto notare che, proprio per gli aspetti concreti che la rivoluzione digitale sta portando alla nostra vita, messi in luce dalle relazioni, il digitale non deve essere considerato soltanto come strumento ma come un fenomeno globale della societร . In realtร  si tratta di una rivoluzione che procede in modo autonomo. Chi sta cercando di imporle delle regole in realtร  sta soltanto inseguendo il processo perchรฉ manca di una visione generale su dove indirizzarlo. Un altro intervento รจ ritornato sul rapporto tra digitale e politica. Il digitale ha accelerato una tendenza giร  in atto nella manipolazione dellโ€™opinione pubblica (si pensi alla televisione) come anche nella crisi dei partiti e non รจ altro che un nuovo strumento per la conquista e la gestione del potere che si affianca a quelli tradizionali. Per quanto riguarda i nuovi modelli organizzativi dei partiti, quello di democrazia diretta pensato dal M5S รจ inaccettabile perchรฉ distrugge la responsabilitร  nelle decisioni politiche. Per estendere con gli strumenti digitali la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche occorre quindi trovare il modo di โ€œresponsabilizzareโ€ il singolo cittadino.

LE PROPOSTE CHE I PARTECIPANTI HANNO ACCETTATO DI PRESENTARE. Tutti gli interventi hanno anche dato spazio allโ€™analisi della realtร  europea, in particolare alle iniziative che lโ€™UE sta mettendo in atto con il piano Next Generation EU, che dร  largo spazio ai progetti per unโ€™Europa digitale. In generale, รจ emersa la preoccupazione che lโ€™Europa resti ai margini della competizione che vede protagonisti gli USA e la Cina e si trovi costretta ad accettare i modelli e i valori che ne emergeranno. Tutti si sono trovati dโ€™accordo sul fatto che le problematiche connesse con lo sviluppo del digitale avranno un forte impatto sul futuro degli europei con conseguenze molto negative se non sapremo ridare forza al processo di integrazione europea. Se si confronta la realtร  europea con quella dei suoi competitors, appaiono particolarmente gravi le carenze dellโ€™attuale assetto istituzionale dellโ€™UE, che rendono macchinoso e inefficiente il processo decisionale; inoltre le funzioni della Commissione sono per lo piรน di indirizzo e di supervisione, mentre le decisioni concrete di politica economica, come succede anche per i progetti del Next Generation EU, sono prese e realizzate dai governi nazionali, al contrario di quello che accade negli USA e in Cina, impedendo la realizzazioni di veri progetti europei. La riunione dellโ€™Ufficio del Dibattito ha quindi confermato lโ€™attuale impegno del MFE nel chiedere che il livello europeo sia dotato del potere fiscale: il Parlamento Europeo dovrebbe poter definire un budget appropriato per la realizzazione di piani infrastrutturali europei da finanziare con risorse che non provengano dagli Stati, ma direttamente dalle imprese o dai cittadini, come, per esempio, la tassa sulle transazioni finanziarie e la carbon-tax o anche a debito attraverso lโ€™emissione di obbligazioni; tale potere dovrร  essere condiviso con un Consiglio europeo riformato in cui รจ abolito il diritto di veto per questa competenza.

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